Commenti musicali di Bruno Rigacci
Olga, amante della pittura e della musica, è moglie di Dinof, medico diligentissimo, e sogna il celebre pittore Riaboski. Corteggiatissima, mentre si ascoltano bellissime melodie suonate al pianoforte durante un incontro salottiero tra amici, Olga incontra Riaboski, cominciando a frequentarlo con altri amici artisti. Olga va in vacanza sul Volga, dove la raggiunge Dinof: lei lo rimanda a casa per riprendere i vestiti per un matrimonio del giorno dopo; intanto clandestinamente sta con Riaboski, i due si baciano e lui le dichiara il suo amore, lei cede e diviene la sua amante. Poi dopo pochi giorni Riaboski entra in crisi, distrugge i suoi dipinti perché non trova la luce giusta sul Volga, le manifesta la sua insofferenza e Olga se ne va, torna a casa dal marito Dinof, che l’accoglie con amore. Lei cerca di riprendere il rapporto con Riaboski, tacendone con Dinof, ma si accorge che il pittore convive con altra donna, e lo supplica di andare a casa sua a cena. Nel convivio Olga e Riaboski si scambiano velenose frecciate a vicenda, finché lui se ne va in malo modo e il collega cerca inutilmente di consolare Dinof, il quale poi rimane in casa ritirato; dopo qualche giorno si accerta che il marito si è gravemente ammalato di difterite; arrivano i colleghi medici, ma è troppo tardi, si è infettato nel tentativo di salvare un ragazzo suo paziente.
Le rampogne dei medici, che sono arrivati troppo tardi, aprono gli occhi a Olga sulle sue colpe, poiché la stessa infezione sembra essere stata un’imprudenza causata dal dolore per il comportamento della moglie, quindi una sorta mossa da un senso di autodistruzione del marito. Lei però nel suo outing continua a perdere ogni equilibrio, nell’illusione di essere una grande artista, forse non pittrice, ma probabilmente musicista.
Tratto dalla novella La sventata di Anton Anton Čechov, il radiodramma racconta la storia di una donna ottocentesca vittima del suo stesso fascino, delusa nell’amore e nella stima dell’amante pittore – per parte sua estremamente egoista e bizzoso – nei riguardi della mediocrità dei suoi quadri e insensibile nei confronti del marito che tanto l’ha amata, ma evidentemente altrettanto poco l’ha capita. Olga è la narratrice dell’intera vicenda, la sua voce matura – la storia è raccontata due anni dopo la morte del marito – è accompagnata da un sottofondo di pianoforte. Importanti i commenti musicali di Bruno Rigacci.
Fabio Borrelli, La cicala, in «Radiocorriere TV», 1959, 48, p. 11.