• Autore: Ermanno Carsana
  • Regia: Amerigo Gomez
  • Compagnia di prosa RAI: Firenze
  • Attori e attrici: Giuliana Corbellini, Franco Sabani, Umberto Ceriani, Alfredo Bianchini, Giorgio Piamonti, Renata Negri, Wanda Pasquini, Corrado Gaipa e Tino Erler.
  • Data della messa in onda: 23/07/1960
  • Ora della messa in onda: 21:20
  • Canale: 1
  • Minuti: 64
  • Copione presente nell'archivio della Sede Regionale RAI di Firenze:
  • Pubblicazione copione: No
  • Sinossi:

    A fine estate in una cittadina sul mare la giovane Marisa, una maestrina, saluta alla stazione Franco, con cui ha avuto un filarino, che rientra in città e le promette amore, ma le manda solo una cartolina. Poi incontra Gabriele, figlio di un avvocato e ambedue scontenti vanno a fare il bagno. Gabriele detta una comparsa a Marisa, adesso sua segretaria, e si baciano. Torna il babbo avvocato che minaccia di licenziare la segretaria, perché ha visto il rossetto sulla bocca del figlio. Marisa e Gabriele insieme decidono di lasciare la vita provinciale e vanno a Roma, lei lavora in una sartoria e lui come aiuto contabile. Dopo i primi entusiasmi la vita dei due si smorza nella routine, non trovano piacere nelle amicizie, devono lasciare la camera a pigione per trovarne un’altra, dove i coinquilini dànno noia coi rumori, hanno difficoltà economiche, e alla fine ritornano in provincia. Gabriele viene riaccolto bene dal padre.

  • Nota critica:

    È l’insoddisfazione della vita di provincia che non promette niente, a Gabriele non arride la carriera di avvocato, a Marisa il rimanere maestrina a vita. Però il sogno che nella capitale tutto sarà diverso s’infrange con la realtà ancor più dura di ogni giorno. Interessante le chiacchiere paesane che accompagnano le loro gesta, infiorettandole di fantasie, che non si sa se siano poi, nella parte finale, davvero fantasie, cioè quando si dice che si devono sposare in fretta e furia perché Marisa è rimasta incinta. Nel dialogo tra i due giovani fidanzati si parla anche di sesso, ed è forse la prima volta che si ascolta in un radiodramma qualcosa di più esplicito: in particolare il giovane si lamenta del modo oppressivo di intendere il “sesso” in paese, che diventa una forma di controllo asfissiante. Vivace la regia con molti ambienti sonori diversi: la spiaggia, la pensione a Roma (Trinità dei Monti), al cinema, nell’ufficio contabile, ad ascoltare insieme la radio mentre fuori piove etc. La presenza di Alfredo Bianchini permette anche alcune scene in cui il canto lirico del vicino di casa impedisce a Gabriele di lavorare. Il ritorno a casa (in provincia, con qualche sfumatura pre-Bianciardi), dopo il periodo romano da non sposati (le malelingue mormorano anche a Roma, in particolare l’affittuaria), e il matrimonio vengono solo raccontati (prevale più un alone di sconfitta che un equilibrio raggiunto), dopo un’ultima dura discussione tra i due fidanzati nella quale la fuga nella grande città, con la relativa incapacità di integrazione (esemplare la cena con gli amici), suona come un errore o almeno come insoddisfazione.