Una strana epidemia

  • Autore: Italo Alighiero Chiusano
  • Regia: Eugenio Salussolia
  • Compagnia di prosa RAI: Torino
  • Attori e attrici: Anna Caravaggi, Vigilio Gottardi, Renzo Lori, Carlo Ratti, Iginio Bonazzi, Mariangela Raviglia, Egidio Toninelli.
  • Data della messa in onda: 26/06/1960
  • Ora della messa in onda: 15:00
  • Canale: 1
  • Minuti: 0
  • Copione presente nell'archivio della Sede Regionale RAI di Firenze:
  • Pubblicazione copione: No
  • Sinossi:

    Tratta da un fatto di cronaca, la vicenda narra di una strana epidemia che si diffonde a bordo della petroliera Saguaro il 9 novembre 1948. Diretta a Goteborg in Svezia, la grossa imbarcazione, che batteva bandiera italiana, si trova nel mare dei Caraibi e l’equipaggio, composto da trentasei marinai si gode la bellezza dei tramonti tropicali. Improvvisamente il Secondo, di fronte al Comandante, comincia, senza riuscire a trattenersi, a grattarsi in maniera ossessiva, come avesse un’improvvisa irritazione. Con il passare delle ore questi strani sintomi iniziano a diffondersi in tutto l’equipaggio, aggravandosi per la febbre molto alta, mentre il Comandante e il Timoniere, tra i pochi ancora scampati all’infezione, si interrogano sul daffare, con la preoccupazione crescente che si tratti di «peste marina», malattia mortale che non lascia scampo. A questo punto il Comandante, mentre comincia ad avvertire sul suo braccio i primi sintomi, tramite la radio, riesce a mettersi in contatto con il CIRM, il Centro italiano radio medico con sede a Roma, che dopo aver ascoltato attentamente tutti i resoconti e gli sviluppi della malattia, chiede se durante la navigazione avessero incontrato farfalle. Avuta risposta affermativa – la nave era stata letteralmente sommersa da una nube di farfalle che aveva rilasciato tanta polvere gialla – il Centro, quando ormai l’equipaggio si sentiva spacciato, fornisce le informazioni utili per curare lo strano morbo. Nel giro di poche ore l’equipaggio si ristabilisce e può riprendere la rotta per la Svezia, con una accresciuta solidarietà tra i membri dell’equipaggio per il pericolo scampato.

  • Nota critica:

    È il quarto episodio del ciclo La salvezza venne dalla radio[1]. I personaggi sono l’equipaggio della nave, in particolare il Comandante e il suo Secondo, il primo ad ammalarsi e a capire, anche se inizialmente non è preso in considerazione, che il morbo deriva dalle farfalle. La vicenda è affrontata con molta semplicità, appoggiata soprattutto al meccanismo della suspense e a personaggi psicologicamente appena abbozzati. Oltre a questi, è presente la voce di un annunciatore che introduce la storia e interviene un paio di volte ancora, fornendo altre informazioni utili alla comprensione. Il radiodramma è strutturato in gran parte tramite dialoghi a due voci, una delle quali è sempre quella del Comandante che dialoga con il Secondo, il Timoniere, il Nostromo e l’operatore del CIRM. Quando il Timoniere racconta della Donna che per prima gli ha parlato della peste marina, la scena con una dissolvenza incrociata si trasferisce in una taverna di marinai con la rievocazione del momento esatto del racconto. Il copione è ricco di didascalie riferite soprattutto al tono delle voci. Molte sono le indicazioni sonore che rimandano ai sottofondi (s. f.), ai primi e ai secondi piani, che permettono una maggiore dinamica nella semplice scansione del dialogo. La vicenda trova il suo compimento nelle parole finali e didascaliche del Comandante, che inneggiano alla forza miracolosa della radio: «Milioni di farfalle dorate, l’equipaggio che si ammala al completo, lo spettro della “peste marina” e poi quella voce lontana e amica, da Roma, che mette tutto a posto, con la bacchetta magica della radio. Lo sapete, ragazzi, che certe volte il mondo sembra una gran fiaba?».



    [1] Il ciclo La salvezza venne dalla radio inizia domenica 5 giugno 1960 con Il naufragio del Republic di Ivan Canciullo. Segue L’ultima voce di Alfio Valdarnini, SOS salvate le nostre anime di Anna Luisa Meneghini e Una strana epidemia di Italo Alighiero Chiusano.