• Autore: Samuel Beckett
  • Regia: Giorgio Bandini
  • Attori e attrici: Salvo Randone, Gabriella Giacobbe, Giancarlo Dettori, Anna Maria Riva Resnati.
  • Data della messa in onda: 20/01/1960
  • Ora della messa in onda: 21:30
  • Canale: 3
  • Minuti: 42
  • Copione presente nell'archivio della Sede Regionale RAI di Firenze:
  • Pubblicazione copione:
  • Sinossi:

    Henry è un vecchio che tenta di recuperare tra i suoi ricordi (o almeno in ciò che gli rimane) un momento in cui sia stata possibile un’apertura, una comunicazione con gli altri. È seduto sulla spiaggia e l’intero radiodramma ha come sottofondo il rumore del mare. Henry immagina che suo padre gli sia accanto, anche se non proferisce parola. Il padre è morto in mare, in modo misterioso, forse per suicidio. Henry torna con la memoria al passato, alla casa dei genitori, all’episodio di Bolton e del medico. Tutto si svolge come un lungo e logorroico monologo, con gli interventi brevi di altri personaggi, per lo più familiari, alcuni con la voce metallica, che sembra provenire da mondi lontani. La scena più lunga è con Ada, sua moglie, forse morta anche lei, forse proiezione della sua mente. Parlano della figlia, che è con il maestro di musica e poi con il maestro di equitazione. Ma tutte le scene di vita familiare, che vengono evocate, sono intrise di pianti, lamenti e bizze. La moglie scompare. Henry rimane solo e pensa alla settimana che lo aspetta: venerdì deve venire lo «stagnino» alle 9, poi «sabato niente, domenica niente tutto il giorno, niente, tutto il giorno niente, tutto il giorno niente e tutta la notte niente, nemmeno un rumore».

  • Nota critica:

    Vincitore del Prix Italia 1959, Ceneri (titolo orginale Embers, 1959) viene trasmesso alla Rai nel 1960 con la regia del giovane Giorgio Bandini che, in maniera assai innovativa per l’Italia, filtra le voci dei personaggi in modo dissonante e crea un’atmosfera particolarmente inquietante con la persistenza di suoni che sembrano rimandare a tensioni elettriche e a vibrazioni minacciose, mentre di sottofondo è costante il rumore delle onde del mare. Simile atmosfera contribuisce a suscitare ambiguità nell’ascoltatore rispetto alla realtà o meno dei personaggi che incontra Henry: sono forse solo proiezioni mentali? D’altronde è lo stesso protagonista a volte a invocare alcuni rumori, come con gli zoccoli, «addestrateli a segnare il tempo!», a cui segue un frastuono di zoccoli, oppure quando urla: «Ascolta, ascolta, cosa credevi che fosse, uno stillicidio! Ancora! Basta!» e a questo ordine corrisponde un trambusto metallico e di note elettroacustiche, come fosse lui stesso autore-creatore del mondo sonoro che gli è attorno. L’ascoltatore scopre così di non osservare Henry e la realtà circostante, ma di essere precipitato dentro la sua mente e di fare esperienza della sua percezione alterata. Come accade in altre opere di Beckett, il protagonista è afflitto da una patologica logorrea, un modo da una parte per «darsi l’impressione di esistere»[1] e dall’altra per consentire un minimo di evasione fantastica, una specie di illusa possibilità di autoconservazione: caratteristiche che alla radio vengono esaltate a tal punto da contraddistinguere interamente il lavoro.



    [1] Andrea Camilleri, “Ceneri” di Samuel Beckett, in «Radiocorriere», 1960, 4, p. 8.

  • Bibliografia critica:

    Il copione è stato pubblicato in Samuel Beckett, Teatro, trad. di Carlo Fruttero, Torino, Einaudi, 1968, pp. 215-233. Si veda almeno Franca Dellarosa, Drama on the Air. Introduzione al radiodramma inglese, Bari, Edizioni, Graphis, 1997 e Gabriele Frasca, Cascando. Tre studi su Samuel Beckett, Napoli, Liguori, 1988.