Il signor Alfredo Traps, piccolo commesso viaggiatore in articoli tessili e adesso rappresentante generale di commercio, è un uomo soddisfatto del proprio lavoro, orgoglioso del suo pingue conto in banca e sicuro della sua rispettabilità senza ombre. Durante un viaggio di lavoro, la fuoriserie che sta guidando, va in panne e Traps si trova, sul calar della sera, vicino a un paesetto di campagna. È costretto a trovare ospitalità e per caso si imbatte in un giudice, in pensione, che lo accoglie con simpatia per la notte e lo invita alla cena che ha fissato con i suoi ex colleghi. Il piccolo gruppo di allegri vecchietti, composto, oltreché dal giudice, anche da un ex pubblico ministero e un ex avvocato, si dilettano la sera al gioco del processo, cioè a portare su un immaginario banco degli accusati personaggi storici o viventi, per poterne discutere, ognuno intrepretando il ruolo professionale che svolgeva prima della pensione. Quella sera Traps, con piacere, sostiene la parte dell’imputato convinto che nulla possa essere detto della sua condotta senza macchia. E invece l’abilità retorica del pubblico ministero riesce, in modo diabolico, a far condannare a morte l’imputato. Tutto si svolge a metà, tra il tono scherzoso e quello drammatico. Traps è costretto a rianalizzare la sua vita e ne rimane sconvolto[1].
Dopo la vittoria del Prix Italia 1958 con Serata d’autunno, in onda in Italia sempre nel 1959, con In panne, uno dei suoi lavori più noti, Dürrenmatt porta alla radio la sua violenta vena satirica, tramite la forza del dialogo, sempre asciutto, svelto e ricco di immagini, e la sua riflessione spietata sulla colpa e la giustizia. Come in Serata d’autunno o in L’altro io (in onda in Italia nel 1963), l’apparente situazione iniziale improvvisamente si rivela come un vero e proprio paradosso, che per il protagonista è una trappola diabolica, nel quale ciò che sembra logico si rivela irrazionale, quel che era onesto appare colpevole. La radio italiana nel 1959 diffonde al grande pubblico lo stile di Dürrenmatt, prima della messa in scena di La visita della vecchia signora, spettacolo di grande successo, con la regia di Giorgio Strehler (1960). Il radiodramma è l’adattamento del romanzo La panne. Una storia ancora possibile (scritto nel 1956 e pubblicato in Italia nel 1972), con la differenza però che il protagonista invece di impiccarsi se ne andrà la mattina dopo dalla casa, rimuovendo il suo senso di colpa. Nel 1972 viene tratto anche un film, La più bella serata della mia vita, regia di Ettore Scola con Alberto Sordi.