Un aereo militare risulta disperso, sembra caduto nei pressi delle coste italiane. Vengono convocati al centro radio i congiunti dei sei componenti dell’equipaggio, ai quali si comunica che le ricerche sono attivate. I convocati iniziano a parlare fra loro a proposito dei familiari e degli amici di cui non si hanno più notizie, nella massima tensione, ripercorrendone i loro caratteri. Il centro militare comunica l’avvistamento di un battello di salvataggio con quattro uomini, tra i quali uno sembrerebbe ferito. Nella nevrosi generale i familiari convocati si chiedono se i propri cari siano fra i salvati o i dispersi. Ognuno ripensa al cammino biografico del proprio congiunto, ai pregi, alle virtù, ma anche ai difetti e alle colpe, interrogandosi in definitiva sul senso della vita e della morte. I familiari dei due deceduti (il figlio dei coniugi Marsden e quello della signora Wilson, fratello di Helga) vengono ricevuti a turno dal maggiore Johnson, mentre gli altri presenti al centro radio vengono lasciati ai propri posti.
Presentato sul «Radiocorriere» come «un lavoro amaro […] svolto con notevole vigore drammatico e forza psicologica» (F. D. L., “Le nostre ragioni,,. Radiodramma di Ermanno Carsana e Giuseppe Di Martino, «Radiocorriere», 22, 1955, p. 6), questo radiodramma segue il ritmo crescente dell’ansia e della paura. È costruito come un dialogo corale che viene poi sminuzzato nell’atteggiamento di ogni singolo personaggio e nel loro confronto serrato. Tutti inizialmente sono uniti nella paura della catastrofe, ma quando si accende la speranza, emergono le debolezze e le mediocrità nel sostenere le ragioni dei propri cari. Le numerose voci non rendono sempre semplice l’individuazione dei singoli personaggi. La situazione complessiva, cioè l’attesa racchiusa in un’unità di spazio e di tempo, incorniciata nei tipici segnali provenienti da ricetrasmittenti, permette comunque l’immediata comprensione della storia generale e della contrapposizione tra le diverse ragioni.
Fabio Della Seta, “Le nostre ragioni,,. Radiodramma di Ermanno Carsana e Giuseppe Di Martino, «Radiocorriere», 22, 1955, p. 6.