- Autore: Paolo Levi
- Regia: Marco Visconti
- Compagnia di prosa RAI: Firenze
- Attori e attrici: Corrado Gaipa, Giuliana Corbellini, Fausta Mazzucchelli, Franco Sabani, Diego Michelotti, Wanda Pasquini, Fernando Farese, Bianca Maria Carella, Maria Mari, Gianni Pietrasanta, Marcella Novelli, Claudia Boni, Giorgio Piamonti
- Data della messa in onda: 22/06/1955
- Ora della messa in onda: 22:15
- Canale: 1
- Minuti: 39
- Durata: 39' 11''
- Copione presente nell'archivio della Sede Regionale RAI di Firenze: Sì
- Pubblicazione copione: No
- Sinossi: La prima scena si apre su un dialogo d’amore appassionato fra Pietro e Laura, che sta per accomiatarsi, ma si trattiene per l’improvviso alzarsi di un vento molto forte, che sembra spazzar via tutto e tutti. La seconda scena invece si sviluppa nella conversazione tra lo sceneggiatore Marini e il suo produttore, che si compiace del lavoro svolto, ma pretende alcuni lievi cambiamenti e smussature da apportare entro la serata, per rendere il copione più appetibile al pubblico (dal rassicurante lieto fine alla rappresentazione perfida del corteggiatore antagonista, che alla fine non riesce a sposare Maria, che invece si dovrebbe unire con Turi, il vero amato). Lo sceneggiatore Marini manifesta le sue perplessità, nel frattempo arriva il fortissimo vento. Cambia di nuovo scena: la mamma sta per uscire, ma il figlioletto Gianni insiste che lei lo accompagni dall’amico Gustavo secondo le promesse. La mamma non acconsente, ma promette di ritornare con le matite colorate, finché giunge ancora il fortissimo vento. Così si torna alla prima storia: Pietro e Laura continuano a conversare, ma col vento è arrivato anche il disagio sul proprio rapporto sempre interrotto e corroso. Con un montaggio elegante si alternano e si portano a compimento le singole storie: lo sceneggiatore Marini rielabora il testo secondo le indicazioni del produttore, ma alla fine s’interrompe con ira perché ne vien fuori un guazzabuglio, che rovina la fisionomia dei personaggi, e si rimprovera di essersi venduto per denaro; Gianni rimane a bisticciare colla bambinaia; Pietro e Laura si rendono conto che l’amore non c’è più e si lasciano; Marini comunica di non voler più cambiare i personaggi, così il produttore gli risponde che può trovare facilmente un altro sceneggiatore e risolve il contratto. Il radiodramma si conclude con il piccolo Gianni che non parla più, è adirato perché la mamma non ha mantenuto la promessa con una bugia (in realtà si è recata a un ricevimento). Alla fine però si riappacificano.
- Nota critica: Dopo La parte buia della luna, Legittima difesa e Appuntamento alle 7 (Premio Nazionale Radiodrammatico promosso dal Sindacato Nazionale Autori Radiofonici e Televisivi 1954), radiodrammi contraddistinti dal gusto per il mistero, Levi si allontana dal genere “giallo”, ma non rinuncia al piacere narrativo di escogitare delle “trovate”, all’origine adesso di vicende più simboliche. Il vero protagonista del dramma è il vento, o forse la sua voce, che cambia tutto e rigenera. O meglio, in un certo senso, mette a nudo le falsità, le ipocrisie di stereotipi che si protraggono stancamente fino a giungere a un inevitabile show down: le languide e dolciastre frasi d’amore fra Pietro e Laura, il puro interesse ai quattrini del produttore, che non si perita di voler stravolgere la logica dei personaggi, e la noncuranza della madre per le aspettative del bambino. L’opera ha una drammaturgia ben equilibrata e molto credibile nello scambio dialogico tra i personaggi. L’interpretazione degli attori restituisce con efficacia anche i passaggi più sfumati (colpisce in particolare Fausta Mazzucchelli nel restituire la voce del bambino) di un radiodramma che all’inizio non è semplice da comprendere, perché è solo poco a poco che emerge il tema del vento.
- Bibliografia critica: Enzo Maurri, «Il vento». Radiodramma di Paolo Levi, «Radiocorriere», 25, 19-25 giugno 1955, p. 9.