A Bouriet, un paesino della compagna francese, un arrabbiato giornalaio racconta di aver venduto duecento copie di giornali in una sola mattinata, mentre normalmente non ne vendeva più di cinque, perché di solito nessuno si occupa delle notizie di carattere generale. Ma una domenica il sindaco si reca dal parroco in città per un incontro misterioso: sembra che qualcosa sia accaduto in una cappella del cimitero. Tutto il paese ne parla, il nipotino del giornalaio porta duecento copie del giornale, col titolo di testata dedicato ai fatti misteriosi del paese, che va a ruba. Interviene l’ispettore di polizia che interroga il becchino. Nella cappella risultano tredici loculi occupati anziché dodici. Arrivano perciò i giornalisti e il mistero si complica, perché la tomba in questione (di proprietà di un’antica famiglia il cui ultimo erede non è ancora trapassato) viene aperta con la scoperta scabrosa del corpo di una bella e giovane donna bionda con le fattezze intatte, con un abito da sera di seta rossa e una lettera B, ricamata sul fazzoletto (altri sostengono sia una D). Si pensa a un delitto, perché nessuno conosce la donna e la salma non presenta segni di violenza. È un autentico giallo: chi è sepolta nella tredicesima bara? Il paese è invaso dai giornalisti che giungono con rumorose automobili. Una giornalista straniera pensa anche a un noto serial killer. Intanto le copie dei giornali vanno esaurite, con articoli e titoloni con le più strampalate congetture sulla bella fanciulla bionda, finché viene riportato al sindaco, dopo le analisi condotte da nuove indagini, che la defunta ha invece quasi settant’anni e i capelli sono bianchi o ingialliti. Al sindaco viene un malore. La notizia così rapidamente si svuota e nei giornali non viene più riportata. Si trattava di una vecchia signora e la notizia non fa più cronaca. Sul giornale si parla adesso solo che è nato un bimbo, François.
È una ben congegnata commedia corale – dal ritmo sostenuto e da una recitazione più spiccatamente teatrale – sull’interesse che i lettori nutrono per notizie trasgressive e intriganti e sulla forza manipolatoria della stampa. Prima della televisione e della radio, la storia racconta della seduzione che esercitano le notizie sensazionali stampate sui quotidiani e soprattutto della loro natura effimera (in linea a tanti film che affrontano temi simili, come ad esempio L’asso nella manica di Billy Wilder, 1951). La vita del paese è evocata dal frequente suono delle campane e da brevi intermezzi musicali (a volte invece la musica è lievemente in sottofondo), soprattutto di strumenti a fiato, che sembrano prodotti dalla banda del paese.