- Autore: Ettore Settanni
- Regia: Marco Visconti
- Compagnia di prosa RAI: Firenze
- Attori e attrici: Giorgio Piamonti, Renata Negri, Umberto Brancolini, Gianni Pietrasanta, Angelo Zanobini, Franco Sabani, Giuliana Corbellini, Franco Luzzi, Tino Erler, Corrado De Cristofaro.
- Data della messa in onda: 05/09/1957
- Ora della messa in onda: 22:5
- Canale: 2
- Minuti: 70
- Durata: 70'
- Copione presente nell'archivio della Sede Regionale RAI di Firenze: Sì
- Pubblicazione copione: No
- Sinossi: Fiodor è convinto di aver ricevuto uno sgarro per uno spintone da uno sconosciuto, perché non ha il bavero di castoro, e allora chiede al capoufficio Antonov un prestito con cui lo acquista. Poi nella prospettiva Nievski di Pietroburgo lo riconosce e dà a propria volta uno spintone all’alto personaggio che glielo aveva dato in precedenza, ma quello manco fa vedere di essersene accorto. Si mette poi in contatto con ex compagni di scuola, che hanno fatto tutti più carriera di lui e si apprestano a festeggiare, con una cena, un compagno in partenza, promosso a ufficiale: a forza chiede di partecipare alla cena, dove con frasi pesanti non fa che stuzzicare il festeggiato, provocando la riprovazione e il disprezzo da parte degli altri, che alla fine si recano in una squallida casa di appuntamenti. Li segue, ma con ritardo perché la sua slitta affonda nella neve bagnata, e alla fine apprende da una misera giovane, Lina, che se ne sono tutti andati con Olimpia, la bella. Parla a lungo con Lina, tracciando le misere condizioni in cui essa vive, e s’instaura una certa intesa fra i due: la invita nella sua misera casa, ma alla fine anch’essa se ne va.
- Nota critica: Lo stato di auto-disistima di Fiodor giunge al parossismo rendendosi conto che gli altri, ancor prima che disprezzarlo, nemmeno si curano di lui. Cerca quindi una rivalsa dapprima nell’inseguire status symbol immaginari, quali il bavero di castoro, poi coll’attaccare l’ex compagno di scuola brillante e spaccone, che ha fatto carriera e che gli altri ammirano. Ma con risultati pietosi, sì da ridicolizzarsi. Si sfoga coi più deboli, il cocchiere che non sa avanzare la slitta perché la neve è bagnata, il servo che non riceve il salario, e alla fine con Lina, la giovane che ha lasciato la famiglia per andare a prostituirsi, e che pure coglie in lui un barlume di umanità che la attrae. Ma la frustrazione e l’egocentrismo sono in lui troppo forti. Comunque le sole figure che mostrano comprensione e comunanza per lui sono femminili e patetiche pur esse, Lisa appunto e Olga, figlia di Antonov. Anch’essa fuori dalle righe.
Memorie del sottosuolo è diviso in due parti ed è scritto in forma di monologo, come se il protagonista si rivolgesse a un immaginario uditorio, caratteristica che conferisce al testo una vivacità drammatica . L’adattamento radiofonico riguarda solo la seconda parte A proposito della neve bagnata, che viene suddivisa in scene, ognuna delle quale introdotta da un intermezzo musicale e da un narratore che, in terza persona e in modo molto sintetico, introduce la situazione, a cui seguono le lunghe parti drammatizzate, puntellate da una leggera sonorizzazione che facilità l’ingresso e l’uscita dei differenti personaggi.
- Bibliografia critica: Enzo Maurri, La neve è bagnata, in «Radiocorriere», 1957, 35, p. 4.