• Autore: John Joy Bell
  • Regia: Eugenio Salussolia
  • Compagnia di prosa RAI: Torino
  • Attori e attrici: Lucio Rama, Guido Verdiani, Sandro Merli, Alberto Marchè, Vigilio Gottardi, Natale Peretti.
  • Data della messa in onda: 11/04/1957
  • Ora della messa in onda: 21:00
  • Canale: 1
  • Minuti: 31
  • Copione presente nell'archivio della Sede Regionale RAI di Firenze:
  • Pubblicazione copione: No
  • Sinossi:

    In una sperduta locanda scozzese nell’infuriare di una bufera (evocata dal persistente rumore del vento) l’oste cerca in ogni modo di rifiutare di mescere ancora whisky a Breen, un ubriacone, che pure paga regolarmente, anche se non si sa da dove gli provengano i soldi. La serata è tesa perché proprio quel giorno è stato impiccato un compaesano, Forge, per avere rapinato e ucciso un anziano fattore del luogo. In realtà il supposto assassino, che si era sempre dichiarato innocente, non riscuoteva simpatia nella zona e aveva un unico amico, Breen. A bere nella locanda c’è anche uno dei giurati, Butters, che lo ha condannato a morte, e ora ha forti crisi di coscienza, ma le prove a carico di Forge erano stringenti: quella decisiva era stata il ritrovamento sul corpo della vittima di un filo scarlatto, evidente traccia di un grande fazzoletto scarlatto che Forge portava sempre.

    Giunge alla locanda un dottore di passaggio, che riferisce di avere scansato fortunosamente con la propria macchina uno strano personaggio che camminava in mezzo di strada con un fazzoletto rosso e allora tutti rimangono atterriti pensando che si sia trattato del fantasma di Forge. Poi torna Breen, l’ubriacone col fazzoletto scarlatto, e allora l’intrigo è svelato, è stato lui il vero assassino, l’unico amico dell’innocente Forge.

  • Nota critica:

    È uno scenario a tinte fosche, sottolineato pure dalla leggera sonorizzazione di una bufera che si trasforma in tempesta, con il persistente soffiare del vento, qualche tuono e colpi di grandine. Tutto il radiodramma si svolge all’interno di una sperduta locanda, lasciando perciò soltanto ai dialoghi il compito di far lievitare la disperazione e l’inquietudine. Il tono dimesso delle voci gravi degli attori si alterna a momenti di agitazione, restituiti con toni accesi fin troppo teatrali, soprattutto quando si sfiora l’isteria del giurato che, sia pure apparentemente con prove beyond any reasonable doubt, ha determinato la condanna a morte di una persona della cui colpevolezza tuttavia aveva sempre continuato a dubitare.