Un attempato disoccupato staziona dinanzi alla fabbrica dove ha chiesto di essere assunto e incontra la disegnatrice dell’azienda che ricorda la stima che suo padre aveva avuto per lui e promette di segnalarlo all’addetta alle assunzioni, ma riceve una telefonata dal fidanzato con cui è in crisi che l’avverte di essere di passaggio dalla stazione e desidera incontrarla; lei va dal capoufficio chiedendogli di potere uscire in anticipo e lui acconsente purché prima rielabori un disegno. L’addetta alle assunzioni non lo trova e allora va dall’ingegnere per avere i dati e lui consente di darglieli dopo avere sbrigato i suoi impegni: deve ottenere un anticipo sulle provvigioni perché suo figlio rischia di andare in galera, se non viene subito restituito il maltolto e allora si reca dalla contabile, la quale s’impegna a farlo, ma prima lei deve ottenere dal direttore l’autorizzazione aduno scambio di ferie perché gravemente ammalata. Il direttore, indaffaratissimo, riceve una signora che lo protegge politicamente, dalla quale apprende che la sua poltrona è a rischio, dopodiché si ripromette di concedere l’autorizzazione allo scambio di ferie, ma la signora per telefono l’invita a casa sua perché c’è un potente console di passaggio che lo vuol conoscere. Lui si precipita in macchina, e nel frattempo tutte le aspettative delle persone coinvolte vanno in fumo, il disoccupato sconsolato torna verso casa in bicicletta. Il direttore per far prima prende una stradetta secondaria, quasi investe la bicicletta e rimane in panne. Implora il disoccupato ciclista di chiamare un taxi o di prestargli la bicicletta, ma lui risponde che non ha tempo.
Nel vortice degli impegni aziendali (segnati in «quel taccuino che tutti noi, anche se non materialmente, teniamo sempre dinanzi agli occhi», Enzo Maurri, Il taccuino degli impegni. Radiodramma di Max Gundermann, «Radiocorriere», 1958, 45, p. 6.) è fondamentale il fattore tempo, tranne che per il disoccupato che invano spera di essere assunto. E si frappongono le inattese emergenze personali di tutti gli addetti alla fabbrica, che per la verità denotano disponibilità e comprensione per le esigenze di chi chiede aiuto, ma non possono che posporle alle proprie personali urgenze. Così nel ritmo frenetico della fabbrica, a mo’ di catena di montaggio, finiscono per risultare estranei e comunque privi di tutela gli accidenti che vengono a incidere sulle posizioni individuali degli svariati addetti aziendali, perché comunque regna sovrano nel concatenarsi degli eventi il fattore tempo.
Il radiodramma, tradotto da Italo Alighiero Chiusano, e trasmesso in molti paesi europei, è ricco di effetti sonori, dalle dissolvenze incrociate a repentini mutamenti di piani sonori, da particolari effetti acustici a sovrapposizioni di voci inscritte in ambienti diversi, a musiche e suoni di forte suggestione. In particolare gli inserti musicali, assai brevi ed evocativi, suddividono le diverse scene, che sono soprattutto nella seconda parte sempre più fulminee, per permettere più chiaramente la successione degli accadimenti dei diversi personaggi.
Enzo Maurri, Il taccuino degli impegni. Radiodramma di Max Gundermann, «Radiocorriere», 1958, 45, p. 6.