Henry Barrows, abilissimo scassinatore, dopo aver scontato la pena, per dodici anni lavora onestamente presso una ditta e si sposa, ma un superiore si accorge dei suoi trascorsi minacciando di farlo licenziare: Henry si adira e lo colpisce con un pugno, sicché il licenziamento scatta. Disoccupato, incontra casualmente l’ispettore di polizia che lo aveva fatto arrestare il quale, convinto che si sia messo sulla buona strada, consente a fargli una lettera di referenza per l’assunzione presso un’agenzia turistica di cui conosce il titolare McCallister, che pure si fida di lui nonostante i precedenti. Ma il socio di minoranza (al cinque per cento), Jenny, allorché la cassaforte dell’agenzia viene sfondata, allude di fronte all’ispettore, in modo assai manifesto, ai sospetti contro Henry. La moglie scozzese di Henry capisce subito che è un modo per incastrarlo, perché dalla cassaforte sono state rubate tutte banconote del taglio di cinque sterline, e lo stipendio è stato pagato appunto in cinque sterline. Così convince Henry a entrare nella casa di Jenny e controllare la cassaforte, nella quale Henry trova l’intero malloppo con gli stessi numeri di matricola. Jenny lo sorprende e sta per sparargli, ma arriva l’ispettore con la polizia che era stata allertata dall’astuta moglie.
È una detective story nella quale alla fine prevalgono l’onestà e la fiducia dell’ispettore che aveva fatto arrestare lo scassinatore, e la possibilità di redimersi da parte dei malfattori. Il radiodramma è equilibrato, con ambientazioni ben definite e una sonorizzazione leggera, che contribuisce alla fluidità della narrazione, e con voci distinte, marcate da toni teatrali.
Alla fine dunque vengono a galla verità e buona fede a dispetto dei malvagi e calunniatori. E non manca lo humur anglosassone: l’imprenditore McCallister, astuto ed attaccato al denaro da buon scozzese, mette in luce l’affinità e l’ammirazione per la moglie di Henry, pure lei scozzese, che ha subito capito il nocciolo della vicenda e così astutamente orchestrato la trappola.
La traduzione è di Isabella Quarantotti Smith.
Enzo Maurri, Trasmissioni di prosa. Una commedia al giorno, in «Radiocorriere», 1958, 21, p. 14.