Un commendatore confida a un venditore di auto il perché tenga ancora una vecchia macchina indecorosa («Si potrebbe addirittura suppore che sia nata nel retrobottega di un rigattiere: vecchia, scrostata ridicola nella sua linea, di uno strano colore verde-cadavere…»): l’aveva rubata alla fine della guerra secondo quanto impostogli dal boss di una banda di cui faceva parte; l’aveva trovata aperta in cattive condizioni colla chiavetta sul cruscotto in tre diversi posteggi, ma il boss non era poi neppure riuscito a metterla in moto e l’aveva cacciato minacciandolo. Ma l’auto a lui obbediva, purché non si trattasse di operazioni disoneste, e in una di contrabbando lui era riuscito a convincerla e farsi salvare. Questo perché “Carasalma”, così ha ribattezzato la fatiscente vettura, «comprende il suo padrone, con Carasalma egli può parlare» (E. M., Un’automobile così. Radiocommedia di Mario Pelosi, in «Radiocorriere», 1958, 47, p. 9). Tutti questi episodi vengono raccontati dal commendatore al commerciante e la narrazione spesso sfuma nella rappresentazione di scene in flashback. In conclusione il commerciante, seduto in macchina con il commendatore, sostiene con forza che si tratti di un’illusione. L’auto allora improvvisamente si blocca, i due scendono e questa riprende la sua corsa precipitando in un lago e affondando.
È la tipica situazione maniacale dell’uomo solitario che appunto si culla di un parossistico amore per un oggetto, venerato come amuleto, di cui diviene succube. Le scene si susseguono quasi sempre nel dialogo tra due voci e si alternano tra la storia raccontata al venditore di automobili che ascolta stupito e diffidente e tra gli aneddoti rievocati in flashback. L’incredulità della vicenda progressivamente assume in modo convincente i caratteri della paranoia. È tra le prime volte che in un radiodramma si ascolta, costruito in maniera efficace tramite il filtro della risonanza, il dialogo interiore, qui sdoppiato tra il dialogo della voce del Commendatore e la “vocetta” beffarda della propria coscienza (ottenuta con una efficace e straniante risonanza). Vien da pensare al coniglione del capolavoro cinematografico Harvey di Henry Koster (1950).
Enzo Maurri, Un’automobile così. Radiocommedia di Mario Pelosi, in «Radiocorriere», 1958, 47, p. 9.