Nino Rota
Ferruccio Scaglia (direttore del Complesso Strumentale di Roma della RAI), Franco Potenza (direttore del coro).
Caterina è una contadina toscana che vive col babbo Menico ed è sempre allegra. Un giorno il vecchio babbo, pieno d’acciacchi, invoca la morte, che gli si presenta davanti e con la quale gli «tocca di far quattro chiacchiere (e fissare la propria dipartita per l’indomani) ed alla zappa di Menico tocca di scoprire fra le zolle un mortaio d’oro massiccio […]» (Enzo Maurri, La contadina furba. Favola radiofonica di Cesare Vico Lodovici con commento musicale di Nino Rota, in «Radiocorriere», 1958, 43, p. 7). Vuole portarlo al re, ma Caterina lo avvisa che non ha il pestello. Intanto scopre dell’appuntamento del padre con la morte, per mezzogiorno, e riflette sul da farsi.
Il sovrano, ricevuto Menico, gli dice che manca il pestello, rinomina l’uomo «Ser Mortaio» e resta colpito da Caterina, che aveva previsto la sua risposta. Intanto la morte va da Menico, ma viene fregata dalla donna che, con una scusa, la fa salire sul tetto, impedendole di scendere in tempo per prendersi il padre.
L’astuta Caterina, dopo aver bloccato la morte sul tetto, quando torna, riesce a superare con giochi di parole le prove del re, che in premio la sposa. Poi lei coadiuva il re nel rendere giustizia, ma lui le dice di lasciarlo giudicare da solo, con la conseguenza che pronuncia una sentenza assurda, e lei pubblicamente lo beffa. Il re allora irato la rimanda a casa, ma lei ottiene di poter portar via ciò che più desidera e che prima sia fatta una grande cena di addio. Così fa ubriacare il re e lo porta alla sua povera casa. Il re si risveglia e lei gli spiega che avrebbe potuto portare quel che aveva di più caro, cioè appunto lui. Il re allora si commuove e la sua commozione arriva al culmine quando lei gli rivela di essere incinta e tornano alla reggia, felici e contenti in attesa di un figlio, ovviamente maschio.
È una favola nella quale si rinvengono tutte le caratteristiche tradizionali: le gravissime pene per le trasgressioni, l’onnipotenza del re pur sempre fondamentalmente buono, l’astuzia accompagnata alla serenità dei semplici, il bene e il giusto che trionfano, il lieto fine che contenta tutti. L’intera favola sonora è attraversata da canzoncine intonate da Caterina e da una musica allegra, bandistica, che accompagna la vicenda, composta da Nino Rota.
Enzo Maurri, La contadina furba. Favola radiofonica di Cesare Vico Lodovici con commento musicale di Nino Rota, in «Radiocorriere», 1958, 43, p. 7.