Jurij, dopo quattro anni di servizio militare, ritorna a Mosca dal vecchio padre dal quale apprende che la principessa Vera, sua fiamma prima della partenza, ha sposato l’anziano ricchissimo principe Piero e insieme sono andati a vivere nel palazzo di suo padre. Jurij la incontra e profferisce allusioni, nient’affatto gradite, sulla potenza del denaro sulle donne. Il fratello Alessandro, che nel frattempo è divenuto amante segreto di Vera, induce il vecchio padre a convincere il principe Piero a risiedere altrove in considerazione dello sconveniente amore di Jurij per Vera. Il principe è d’accordo, ma quando la cosa viene scoperta da Jurij, lui scrive una lettera a Vera, chiedendole d’incontrarla in un sala appartata. Alessandro però intercetta la lettera e si reca all’appuntamento fingendosi Jurij. Nel buio della sala Vera, che non conosce l’inganno e crede di parlare a Jurij, sua antico amore, gli esprime tutto il suo sentimento. Nel frattempo sopraggiunge Jurij e Alessandro cerca di svergognare Vera dicendogli che essa ha un amante e alla fine, mentre il padre muore disperato per il dissidio tra i fratelli, gli dice di essere lui l’amante di Vera.
La peripezia amorosa suona a tratti, nonostante la vicenda abbia risvolti tragici, con toni un po’ da operetta. Spicca la figura di Alessandro, incattivito dalle frustrazioni, che ha trovato gioia soltanto nel rapporto con Vera. Notevole anche la dabbenaggine del principe Piero, che di nulla si era accorto circa il travaglio sentimentale della moglie e alla fine, all’evidenza, tiene soltanto che non venga a soffrirne il proprio onore. La narrazione procede in modo lineare con scene, a tratti inframezzate da musica di repertorio, che includono due o tre personaggi. Prevalgono moduli teatrali, soprattutto nei brevi monologhi, come fossero degli “a parte”, e nell’espressione un po’ caricata dei sentimenti.
Lidia Motta, I
due fratelli. Il dramma di Michele Lèrmontov in una speciale edizione
“ridotta,,, i n«Radiocorriere», 1958, 50, p. 10. La traduzione, oltre che l'adattamento, è di Raissa Naldi e Alfio Valdarnini.