• Autore: Paolo Levi
  • Regia: Amerigo Gomez
  • Compagnia di prosa RAI: Firenze
  • Attori e attrici: Corrado Gaipa, Corrado De Cristofaro, Adolfo Geri, Franco Sabani e Lucio Rama, Giuliana Corbellini, Giorgio Piamonti, Umberto Benedetto, Lucio Noferi, Amerigo Gomez e inoltre Alberto Archetti, Rino Benini, Paolo Bellucci, Sergio Bissi, Arrigo Piastrini, Giorgio Ciarpaglini, Franco Dini, Gianni Diotaiuti, Pietro Fontani, Pierpaolo Porta.
  • Data della messa in onda: 28/01/1959
  • Ora della messa in onda: 22:00
  • Canale: 2
  • Minuti: 70
  • Copione presente nell'archivio della Sede Regionale RAI di Firenze:
  • Pubblicazione copione: No
  • Sinossi:

    Il ‘grande fungo velenoso’ è la bomba atomica che il 6 agosto del 1945 fu sganciata a Hiroshima. All’interno dell’opera compaiono figure del calibro di Planck, Einstein, Rutherford, Oppenheimer, Langevin, Fermi, Joliot-Curie. Una misteriosa voce narrante passa in rassegna l’evoluzione di questa catastrofica invenzione. Tutto parte dalla tedesca Gottinga, placida cittadina universitaria, dove i migliori fisici del mondo, fra il 1920 e il 1930, condivisero le idee che sarebbero divenute il trampolino della futura bomba atomica. Si raccontano i primi esperimenti della scissione dell’atomo con le prevedibili catastrofiche conseguenze della scissione nucleare a catena dell’uranio, e subito dopo l’espulsione dall’università tedesca dei fisici ebrei che con i socialisti conducevano la ricerca nel settore. Poi l’emigrazione degli scienziati e l’offerta, con l’entrata in guerra dell’America, da Einstein a Roosevelt, di creazione di un’arma terribile capace di sconfiggere il nazismo; ma poi, sconfitta la  Germania con armi convenzionali, si frappone la resipiscenza degli scienziati, che hanno già sperimentato la terribilità dell’ordigno, ad utilizzarlo contro il Giappone. Ma è troppo tardi, la lettera giunge a Roosvelt appena morto e il successore Truman darà il via all’apocalisse a Hiroshima e Nagasaki.

  • Nota critica:

    Negli anni ’50, da poco iniziata la guerra fredda e nel pieno del riarmo mondiale, gli scienziati cominciarono a interrogarsi sulle proprie responsabilità rispetto all’utilizzo della bomba nucleare. È il preludio della caccia alle streghe del maccartismo, e non a caso spicca più volte il nome di Oppenheimer. È anche il dramma della scienza che non si può fermare e degli scienziati che trovano inizialmente una giustificazione nell’infamia del regime, quello che tedesco, che li ha cacciati senza neppure rendersi conto dell’importanza delle scoperte che si andavano facendo nell’ambito della fisica quantistica e nucleare. La guerra offre un’altra ragione determinante per distruggere una potenza volta a soggiogare il mondo con la barbarie, ma quando gli esperimenti portano agli occhi l’enormità dei disastri che la bomba  provocherà,  e vien constatato che il nemico tedesco è stato già debellato senza bisogno di quell’arma letale, troppo tardi si profila, nell’animo dei creatori dell’imminente disastro, la responsabilità di averlo provocato, sia pure seguendo la vocazione scientifica cui avevano dedicato la vita. Alla fine del radiodramma, che ricostruisce i passaggi salienti tramite i dialoghi dei protagonisti, si scopre che la voce narrante appartiene a Tao Li, un pescatore di Hiroshima, che racconta d’aver perso la vita in quel drammatico giorno. L’idea di far parlare la voce di una persona rimasta vittima dell’esplosione nucleare, come fosse la sua anima addolorata, accentua l’impressione di un corpo disintegrato per l’energia atomica. La suggestiva potenza della bomba ha spinto ad esempio a seguire le vicende di due singole voci senza più corpo, perse a Hiroshima, in Gli innamorati dell’impossibile di Carlo Castelli o ad ascoltare la voce di ombra di Hiroshima di Oscar Wessel.

  • Bibliografia critica:

    Fabio Della Seta, Il grande fungo velenoso. Radiodramma di Paolo Levi, in «Radiocorriere TV», 1959, 4 p. 9.