• Autore: Sancia Basco
  • Regia: Umberto Benedetto
  • Compagnia di prosa RAI: Firenze
  • Attori e attrici: Giorgio Piamonti, Adolfo Geri, Franco Luzzi, Corrado De Cristofaro, Wanda Pasquini, Gianni Diotaiuti, Renata negri, Angelo Zanobini, Gianni Pietrasanta, Lucio Rama, Franco Sabani, Amerigo Gomez, Tino Erler, Corrado Gaipa e inoltre Rino Benini, Franco Dini, Sergio Dionisi.
  • Data della messa in onda: 30/07/1959
  • Ora della messa in onda: 21:00
  • Canale: 2
  • Minuti: 81
  • Copione presente nell'archivio della Sede Regionale RAI di Firenze:
  • Pubblicazione copione: No
  • Sinossi:

    Il prefetto di polizia incontra un antropologo per cercar di districare un delitto dai contorni insolubili: la polizia è intervenuta, richiamata da un fragoroso alterco all’ultimo piano e lì ha trovato i cadaveri di due donne, Chantal, la madre atrocemente strangolata, e Camilla, la figlia gettata nel vuoto; non c’è altro, tutto è sprangato, a parte un grosso sacchetto di monete d’oro. L’antropologo si reca nell’appartamento insieme alla guardia che ha scoperto il delitto e scopre che una delle finestre chiuse è apribile, sia pure difficilmente, e che vicino all’apertura c’è il filo per la scarica dei fulmini; l’antropologo va all’obitorio, dove trova strane ciocche di capelli strappati, dopodiché col prefetto passa a esaminare tutte le persone che in qualche modo hanno avuto a che fare con le due donne.  Fra l’altro apprende che nell’alterco si erano udite voci di lingue sconosciute. Si convince che l’autore del crimine non può essere un uomo, ma un orangotango e diffonde un annuncio nel quale s’invita il proprietario dell’animale a venire a riprenderselo. Arriva un marinaio che narra di aver preso il gorilla nel Borneo, che poi gli era scappato, di averlo seguito e di essersi arrampicato nel filo del parafulmine fino alla finestra da dove aveva assistito alla scena senza poterla evitare.

  • Nota critica:

    Questa detective story è tratta dal racconto di Edgar Allan Poe The Murders of the rue Morgue del 1841, età preistorica del genere “giallo”, si presenta talmente assurda da potersi ricavare solo le caratteristiche dell’abilità, in questo caso dell’antropologo, di analizzare i dettagli apparentemente ininfluenti per arrivare alla soluzione che nessuno si aspetta. Il radiodramma è interamente costruito attraverso i lunghi dialoghi dei personaggi, con una scarna ambientazione sonora.

  • Bibliografia critica:

    Lidia Motta, La casa dal parafulmine, in «Radiocorriere», 1959, 30, p. 8.